giovedì 25 febbraio 2016

Nepal 2015: il terremoto a Kathmandu (decimo giorno)

La torre Patan e la torre Basantapur

Sabato 25 aprile

Quella che iniziava era la mattina dell’ultimo giorno in Nepal, alle 17 avevamo il volo per tornare in Italia e ormai il viaggio poteva dirsi concluso. Enrico era sfebbrato, giusto in tempo per poter affrontare il lungo viaggio di ritorno. Ci siamo preparati per la colazione sperando di reincontrare nuovamente il gruppo di dottori, ma purtroppo erano già usciti. 
Quando siamo tornati in camera ho inviato un messaggio a Clara nella speranza di incontrarci per l’ultima volta, le volevo dare anche un souvenir dalla Sicilia. Nel frattempo mi sono preparato lo zaino-valigia lasciando fuori solo le poche cose che avrei raccolto al mio ritorno. Volevo tornare al centro di Kathmandu anche da solo perché Enrico preferiva fare ancora cautela. Uscendo gli dissi che sarei tornato entro le 14 per poi andare assieme in aeroporto con tutta calma. Ma non sapevo che quel programma apparentemente semplice sarebbe stato stravolto…

mercoledì 10 febbraio 2016

Nepal 2015: Boudhanath e il tempio di Kopan (nono giorno)


Venerdì 24 aprile

Al mattino la febbre di Enrico era scesa ai valori normali. Io mi ero quasi del tutto ristabilito, anche il mal di gola era già passato, la mia tempra non aveva causato alcun problema.

mercoledì 3 febbraio 2016

Nepal 2015: ritorno a Kathmandu (ottavo giorno)

Tramonto allo stupa di Boudhanath
Giovedì 23 aprile

Quella mattina ci siamo svegliati presto, abbiamo raccolto le nostre cose e abbiamo fatto colazione in un bar vicino. Alle 7;30, puntuale, è venuto lo stesso taxista che ci aveva portato da Keshab. Siamo qundi arrivati in perfetto orario alla fermata degli autobus fermandoci anche in una farmacia dove abbiamo comprato delle caramelle balsamiche, che anche io, oltre a Enrico, soffrivo di mal di gola. Egli era ancora febbricitante e per questa ragione si era seduto subito in autobus per riposare. 
Era una giornata fantastica con un cielo talmente terso da consentire la visione perfetta delle cime himalayane. Per giorni avevo sperato di poterle vedere chiaramente e adesso, per la legge di Murphy, nell’unico momento in cui non c’era tempo comparivano maestose.
Nel frattempo mi sono accorto che ci eravamo dimenticati delle scarpe da trekking nel bar da cui eravamo partiti. Essendo le scarpe ancora umide dal giorno precedente le avevamo messe in un’unica busta ed Enrico le aveva lasciate. Così abbiamo chiamato nuovamente il taxista che ci ha fatto il favore di recuperarle con il rischio di non arrivare in tempo, dato che dopo pochi minuti il bus sarebbe partito, ma i tempi elastici nepalesi sulla partenza hanno per fortuna dato un ampio margine per recuperarle.