martedì 29 novembre 2016

Iran 2016: l'arrivo a Teheran


Premessa
Nel corso del tempo ho imparato da me stesso che le mie scelte in merito alla successiva meta di viaggio ha quasi sempre una ragione. Da diversi anni infatti accarezzavo l’idea di compiere un viaggio in Iran. Ho sempre manifestato una forma di simpatia per questo paese pur non avendo mai elementi sufficienti per comprenderne bene le ragioni per cui non avrei dovuto considerarlo semplicemente come un luogo pericoloso. 

Mi ero convinto del fatto che l'Iran dovesse essere la mia prossima meta e per questa ragione avevo contattato coloro che avrebbero potuto seguirmi in questa idea. Ma in realtà non ho trovato nessuno disposto a seguirmi, pertanto dopo varie incertezze mi sono convinto del fatto che l'unico modo che avrei avuto per visitarlo era tramite un viaggio organizzato con il tour operator Avventure nel mondo. Non ero entusiasta dell'idea, perché il mio spirito d’indipendenza reclama la voglia di non vivere il viaggio come un turista, ma soprattutto in un contesto di gruppo ampio. Ma le circostanze non mi ponevano molte alternative.

La preparazione 
L'Iran è una meta abbastanza richiesta e per questa ragione la scelta in termini di date erano tante. Non avendo una preferenza specifica mi sono focalizzato in una partenza che aveva come capogruppo un’iraniana. 
Avendo aderito al viaggio con un paio di mesi di anticipo ho avuto anche il tempo di approfondire alcuni aspetti della cultura iraniana: i più famosi film iraniani, qualche libro e articolo nonché degli approfondimenti sugli aspetti generali dell'Islam, la storia dell'Iran e l'architettura musulmana. 


I timori
Al mio annuncio gli amici ovviamente hanno reagito in maniera allarmata essendo la percezione del paese fortemente negativa e antioccidentale. C’era inoltre un aspetto interiore che dovevo prendevo di petto: la paura dell'imprevisto. Il volo che avremmo dovuto affrontare faceva scalo in Turchia, paese al centro di un conflitto geopolitico con la Russia (l’abbattimento dell’aereo militare russo), l'Iran e in parte anche con l'Europa. Ciò determinava da alcuni mesi un’intensa serie di attentati presso i luoghi pubblici; di certo una struttura aeroportuale era ben più improbabile (anche se dopo il viaggio anche questa improbabilità è stata smentita da un attentato nell’aeroporto di Istanbul). 
Connesso a questo primo timore c’era quello del volo in sé a fronte dell'abbattimento di un volo di linea sui cieli dell'Ucraina, ma anche di un charter russo sui cieli egiziani. Il tragitto del mio volo inoltre era non molto lontano dal confine siriano in cui erano in corso intensi scontri con le milizie dell'ISIS… Insomma lo spirito del tempo poneva parecchi interrogativi e non consentiva di vivere il viaggio in piena serenità. 

Khomeini e Khamenei

Sabato 23 aprile 2016

Il piano dei voli per raggiungere l’Iran prevedeva un primo incontro con coloro che partivano da Roma; quindi un volo Roma-Istanbul dove ci saremmo radunati con il resto del gruppo, infine Istanbul-Teheran che ci avrebbe fatti atterrare verso le due di notte ora locale (Teheran è 2 ore e mezza avanti rispetto Roma). Proprio quest’orario, unito alla stanchezza dei voli e alle lentezze doganali ci avrebbe bloccati per un’ora e mezza almeno.

L’arrivo in aeroporto
Sin da quando l’aereo era prossimo all’atterraggio le donne a bordo si sono preparate coprendosi il capo, essendo necessario che tutte rispettassero la regola di Stato. Tale gesto, per chi arriva in questo paese ancora sconosciuto, fa emergere tutti i soliti interrogativi sul velo delle donne musulmane, le critiche e persino le ironie. Ma non solo, c’era anche la sensazione di entrare in un paese in cui la nostra rilassatezza di costumi andava necessariamente corretta per non incappare nel rischio d’essere persino arrestati: in questi luoghi non si è tolleranti con certe regole. 
Per ottenere il visto si doveva lasciare il passaporto allo sportello compilando una lista del gruppo. Ma la prima cosa che si è palesata subito è stato il fatto che l’addetto aveva un atteggiamento discriminatorio nei confronti della nostra capogruppo. Allo sportello arrivavano tante persone che chiedevano quanto tempo fosse necessario per avere il visto, ed egli sembrava voler dare chiaramente priorità solo agli uomini. Nella sua volontà di fare le cose per bene la capogruppo si è sentita mortificata dal quel comportamento a cui non era abituata. 

L’inefficienza degli iraniani
Dopo un’ora e mezza di attesa, superati così i controlli finali cla capogruppo si è prodigata per chiamare il bus noleggiato. Per questa ragione abbiamo pensato di acquistare una SIM locale in un bancone all’interno dell’aeroporto. Anche in questo caso l’addetto mostrava lo stesso atteggiamento, sembrava cioè disinteressarsi della nostra capogruppo, quando iniziava a chiedere qualcosa, giungeva un’altra persona che con nonchalance la interrompeva per fare a sua volta una domanda, e l’addetto invece di bloccare l’ultimo arrivato, si dedicava all’altro. Ma non solo, non sapeva dirci neanche quanto traffico internet vi era nella SIM. Egli ripeteva i minuti di telefonate compresi, ma non il traffico dati: alla fine ho scelto di acquistarne una anche per me, credendo di acquistare un certo quantitativo. Dopo alcuni giorni invece mi sono accorto che il traffico dati era molto basso a fronte di del costo. 

La hall dell'albergo di Teheran con il suo stile pacchiano 
Abbiamo atteso un'altra ora circa l’arrivo dell'autobus che ci avrebbe condotti in albergo: seppur tardi era necessario andare a riposare perché l'indomani la giornata prevedeva comunque una serie di attività. Quando siamo finalmente arrivati in albergo, a dire il vero un posto brutto e pacchiano, si è presentato un altro inghippo: si erano dimenticati di riservarci una camera. L’errore non dipendeva dall’organizzazione del tour operator, ma dall’albergo che non aveva riservato un’ultima camera, probabilmente venduta sul momento, dato che l’intera struttura era piena. Questa inefficienza aggiungeva un tassello all’idea che mi stavo facendo del carattere degli iraniani. Proprio come avviene quotidianamente in Sicilia, il concetto di fare le cose per bene, con ordine e professionalità sembra essere parecchio distante dalla mentalità comune degli iraniani. Il venditore di Sim ne era un esempio e adesso anche gli addetti alla reception dell’albergo confermavano la medesima cosa. Si aggiunga poi che l'iraniano tende a dilungarsi in discussioni inutili e che comunque non risolvono la questione salvo giustificarsi inutilmente. Tale circostanza si ripresenterà più volte nel corso del viaggio, ogni volta cioè che sorgeva un dubbio o un problema partiva una discussione lunghissima che la capogruppo affrontava con passione.
Ad ogni modo si è persa un'altra ora prima di prendere la cosa di petto. Uno dei ragazzi infatti ha fatto notare che era inutile aspettare e far saltare il sonno a tutti: tanto valeva andare a dormire e chi era rimasto senza letto si sarebbe magari adattato in un divano. Ma le cose in Iran non sono del tutto facili, perché un'altra difficoltà era legata al fatto che non si accettavano stanze miste. Erano tolleranti con le coppie straniere ma certamente non in una situazione in cui una donna potesse dormire con altri uomini. Sicché la distribuzione delle stanze era più complicata e per questa ragione qualcuno è finito col dormire tra i divani della hall.

Una delle regole fisse dell’Iran è quella che un uomo e una donna possono prendere una stanza d’albergo assieme senza incappare nella polizia morale solo se sono sposati. Come detto si fanno eccezioni solo per chi stranieri, anche se in alcune realtà meno turistiche del paese non è neanche detto ciò. Così nasce la questione dei matrimoni a tempo che permettono ad una donna di andare in vacanza con il fidanzato o con l’amante. In fondo c’è sempre un modo per raggirare le regole…

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