sabato 27 settembre 2014

Mino Pecorelli



Notizie si sa, a un certo livello non esistono. Esistono invece “fughe di notizie”. Cioè quelle soffiate, quelle “indiscrezioni” con cui ciascun centro di potere in questa Repubblica pluralistica cerca di condizionare, ammonire, minacciare, altri centri di potere. In questo senso, parlare di “giornalisti-spia” è parlare di acqua fresca. Il giornalista è insieme una spia e il suo contrario. Spia in quanto per accedere a certe informazioni deve stabilire dei contatti con determinati centri di potere, magari tappandosi il naso, ma senza timori virginali sul candore delle proprie mani. Antispia, perché offre subito al suo pubblico ogni indiscrezione della quale entra in possesso. Il giornalista, insomma, può correre il rischio di diventare uno strumento altrui, può non comprendere subito dove andranno a sfociare iniziative determinate alle sue spalle, ma certo mai e poi mai uno che ha il vizio della penna potrà prestarsi alle clandestine omertà del mondo spionistico. 

giovedì 18 settembre 2014

Pier Paolo Pasolini


Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese è speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale.

mercoledì 17 settembre 2014

Bertrand Russell


Le scienze si sono sviluppate in un ordine inverso a quello che si sarebbe potuto prevedere. In un primo tempo si sottopose al dominio della legge ciò che distava di più da noi, e solo in un secondo tempo si dominò ciò che era più vicino: prima i cieli, poi la Terra, poi la vita animale e vegetale, poi il corpo umano e per ultimo - anche se finora imperfettamente - lo spirito umano.

lunedì 8 settembre 2014

Il cui prodest delle proteste anti occidentali

Una scena del film

15 settembre 2012

Attorno all'11 settembre esce su Youtube il trailer con i sottotitoli in arabo del film L'innocenza dei musulmani. Film in realtà sarebbe ben più datato, ma stranamente è emerso proprio attorno a quella fatidica data. A mettere fuoco alle polveri il produttore ebreo Sam Bacile, che a detta sua avrebbe raccolto fondi presso un centinaio di contributori ebrei. Ma oggi, a fronte di ciò che sta infiammando i paesi musulmani, l'identità di questo produttore è un mistero. Lo riportano oggi diversi quotidiani, se lo chiede Gad Lerner sul suo sito e se lo chiedono molti giornali nel mondo. Dalla produzione sino all'introvabile pellicola c'è un giallo molto strano.

A fronte di una produzione così misteriosa e di commenti inopportuni (fino a ieri Bacile definiva l'Islam un cancro), una domanda legittima sorge spontanea. Cui prodest? Le modalità di questa operazione, i gravi effetti nei rapporti con i paesi islamici e la morte dell'ambasciatore americano, puzzano tremendamente. Le proteste infatti danneggiano l'immagine dell'America in una fase molto delicata, quella delle prossime elezioni. Sin dall'insediamento di Obama infatti i rapporti con Israele si sono raffreddati, le pressioni per un attacco all'Iran ignorate e le politiche ultra aggressive di Bush modificate. È da mesi che Israele muove le fila per giungere ad una guerra senza trovare ancora una sponda politica nell'America di Obama. Ora a ridosso del voto americano, i disordini potrebbero servire a sposare l'ago della maggioranza da Obama a Romney, in modo da riavere Israele nuovamente al centro dell'agenda politica.

Questa ipotesi non punta il dito, né deve stupire, perché gli interessi nazionali o di lobby tesse spesso le fila di eventi atti a modificare gli assetti geopolitici. Proprio come noi italiani abbiamo sperimentato la strategia della tensione con finalità politiche, così a livello internazionale un attentato, la morte di un ambasciatore o altri fatti hanno la ragionevole probabilità di un cui prodest o un messaggio a "chi lo sa". Obama e il suo staff di sicuro sono stati avvertiti...

mercoledì 3 settembre 2014

Argentina 2013: le cascate di Iguazù


22-23 luglio 2013

Il mio viaggio in Argentina comprendeva un solo spostamento, la visita alle cascate di Iguazù al confine tra l'Argentina e il Brasile. Da Buenos Aires si possono raggiungere facilmente in aereo: un viaggio di un'oretta circa, mentre in autobus si impiega anche nove ore; ovviamente il secondo mezzo è quello più economico e molti argentini lo preferiscono non essendo possibile l'ulteriore opzione, quella del treno.
Sul versante argentino si atterra in un villaggio chiamato Puerto Iguazù. Una località piuttosto anonima che vive solo dell'enorme afflusso di turisti attratti dalle cascate. Il villaggio infatti è pieno di alberghi, qualche bar e ristoranti senza troppe pretese. Da qui il caos della capitale è decisamente lontano...