mercoledì 28 dicembre 2011

La barca di Dante – Eugène Delacroix



27/5/2000

Oltre l’inferno dei “senza Dio”, nei malvagi spasimi d’infernali creature; bestie senza tempo, come l’oscuro mondo di Dante li racchiude in eterno.

sabato 24 dicembre 2011

Sicilia Fotografica



Si è scritto a sufficienza della Sicilia, si è parlato a perdifiato, si sono girati film, documentari e reportage fotografici tra gli scorci di un borgo antico, di una chiesetta barocca o di una periferia degradata. Di certo le immagini siciliane soffrono di stereotipi, di volti fin troppo tipici e panorami quasi sempre soleggiati; eppure è ancora possibile raccontare gli altri luoghi di una terra dalla memoria corta: “Sicilia Fotografica” è il sito internet di un’isola inconsueta che grazie all’obiettivo puntuale di Diego Barucco rivive al suo interno un’identità pregnante. Da una passione per il passato è nato quindi un luogo virtuale pieno di immagini finemente commentate dallo stesso autore che non nasconde una personale predilezione: “…i luoghi che amo più frequentare e scoprire sono quelli dove più di ogni altro si respirano antiche storie oggi dimenticate, quei luoghi abbandonati dove la memoria ormai viene a mancare e tuffarsi nella fantasia diventa un piacere incalcolabile.”

Graffiti di Caratabia
Emerge cosi una Sicilia senza tempo, fatta di luoghi genuini, non ancora invasi dalla soffocante avanzata del turismo di massa. Ma da una piacevole genuinità si ravvede anche la triste consapevolezza del disinteresse collettivo, complice la solita Amministrazione di turno ma anche l’inguaribile indifferenza degli isolani… Così navigando tra i reportage fotografici, scopro l’esistenza dei meravigliosi graffiti di Caratabia, uno dei pochi esempi di un’arte sicula già contaminata dalla cultura greca; due grotte che trasmettono il messaggio di un popolo, per certi versi ancora oscuro, tramite le antiche figure di cavalli, cinghiali e cervi. Giungendo invece tra le campagne rosolinesi, fra le pareti scoscese di Cava Lazzaro sono ancora ben conservati dei bassorilievi geometrici di ben 4000 anni, davanti una tomba che porta il nome del grande archeologo Paolo Orsi, ma che appartiene alla scomparsa civiltà di Castelluccio. E che dire della miniera asfaltifera di Monte Renna, luogo in cui s’estraeva quel bitume che ancora oggi emerge in piccoli rivoli dal sottosuolo; una miniera di cui restano solo le poche rovine di edifici cadenti e le ampie gallerie abbandonate agli inizi del 900, quando l’attività perse la sua importanza. Questo luogo così suggestivo potrebbe divenire assieme ad altri siti dimenticati il richiamo intelligente di quel turismo fin troppo chiacchierato. Sicché con lo stesso spirito si scopre come tra gli affreschi dell’oratorio rupestre di San Pietro a Buscemi, i vandali e il pascolo degli animali domestici abbiano deturpato la testimonianza di un’epoca storica di transizione; e che dire del misterioso castello di Ossena, ricoperto dalla vegetazione e dall’incuria, abbandonato alla decadenza del tempo.

Abitazione rupestre di Ossena
Sono molti i luoghi della nostra terra dimenticati persino dagli studiosi, luoghi che singolarmente ricostruiscono le nostre antiche radici restituendo l’emozione di millenni. Per questo motivo come un moderno viaggiatore del “Grand Tour” tra i fasti in rovina di un presente distratto, i navigatori indomiti oltre a gustare la bellezza di immagini da conservare per sé (contribuendo così al sostentamento del sito), possono confrontarsi con coloro che quei luoghi li hanno visitati davvero. In questo modo è possibile regalarci un nuovo tassello di Sicilia, nella speranza d’aver contribuito almeno per una volta a costruire un rispetto verso noi stessi di cui pian piano aspireremmo a riappropriarci.

sabato 17 dicembre 2011

Ottima idea arcivescovo!




Qualche giorno fa sono rimasto basito leggendo la prima pagina di Corriere.it, quella dove si parlava della polemica in merito al cardinale Law. Non credo sia necessario raccontare nuovamente i dettagli della questione, i lettori di internet sono parecchio aggiornati, contrariamente al resto della popolazione... In effetti l'invito di un ex arcivescovo che pare abbia coperto centinaia di casi di pedofilia di preti in Usa, è certamente inopportuno. Questa inopportunità l'ha ribadita don Fortunato Di Noto, che di casi di pedofilia è purtroppo al corrente, ma anche da coloro che normalmente si informano. Ciò che stranizza è la reazione candida del nostro arcivescovo Pappalardo che ha semplicemente spiegato al Corriere d'aver ricevuto un'ottima accoglienza da Law e ha così ritenuto opportuno ricambiare l'invito.


La mia personale convinzione in merito a questi fatti, è che all'interno della Chiesa sussista un eccesso di carità cristiana verso chi commette "peccati". Non si tratta solo di ignorare i reati di pedofilia, ma anche di passare sopra a connessioni con la mafia, con la camorra, o con le dittature militari di altri paesi: come ampiamente avvenuto nel recente passato. La Chiesa minimizza sempre e difende senza mai curare con fermezza certe assurdità, salvo sentirsi costretta a farlo. Così dall'ambiente ecumenale a quello della società italiana il passo è breve, essendo la nostra cultura del tutto intrisa di fede cristiana; per questa ragione non stupisce il perdono della società verso le ruberie, gli scandali sessuali e le condotte inopportune... D'altronde siamo stati capaci qualche anno fa di accogliere l'appello del Santo Padre per attuare un mega indulto. Di cosa ci stupiamo?


Tra i fedeli vi sono coloro che considerano queste affermazioni come mere illazioni, molti altri ignorano il problema perché disinformati, altri ancora minimizzano sempre e comunque: così la festa è andata avanti... Una folla di fedeli, come sempre, si è riversata alla celebrazione del 13 dicembre, ma a nessuno di loro è passato per testa la commistione indiretta con gli abusi. Si, è vero che alcune associazioni hanno distribuito volantini di protesta, è vero che il cardinale non ha sfilato in processione. Ma la cittadinanza tutta, ha taciuto! Nessuna reazione decisa (io avrei disertato, come d'altronde ho fatto) perché gli abusi della Chiesa cancellati dalla memoria sono una vergogna di certi ambienti ecclesiali ma soprattutto della molteplicità dei fedeli. Il loro silenzio condanna coloro che fino ad oggi portano nel corpo i segni della violenza subita e con il loro silenzio perpetuano un atteggiamento assurdo.

In ogni caso ottima idea arcivescovo, in fondo quasi nessuno a Siracusa ci ha fatto caso!!